Storia dell'Olocausto by Fischer Klaus P

Storia dell'Olocausto by Fischer Klaus P

autore:Fischer, Klaus P. [Fischer, Klaus P.]
La lingua: eng
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


L’ossessione riprende velocità:

le leggi razziali di Norimberga

Per diciotto mesi, dopo la sua nomina a cancelliere, Hitler aveva sottoposto i tedeschi a un incessante susseguirsi di fuochi d’artificio, discorsi, appelli, colpi di mano e manifestazioni istrioniche. Egli scatenò anche un’offensiva senza precedenti contro i presunti nemici della Germania, in particolare gli Ebrei. Con l’inizio del 1935, se non molto prima, il dittatore e il suo pubblico erano stanchi dei disordini rivoluzionari.75 Per bloccare sul nascere possibili inquietudini, il Führer annunziò che la fase rivoluzionaria era terminata e che d’ora in avanti occorreva insistere sull’evoluzione anziché sulla rivoluzione. Questo naturalmente non accadde, neppure dopo la purga Röhm e la conquista da parte di Hitler, nell’estate del 1934, del potere dittatoriale completo. Hitler aveva eliminato Röhm e ridotto le SA a un mero strumento propagandistico del Partito nazista, giacché le armi diventavano esclusiva dell’esercito e non più delle camicie brune, ma restava il fatto che le SA continuavano a provocare agitazioni e violenze antiebraiche.

L’anno 1935 vide un aumento delle agitazioni antiebraiche, provocate in massima parte dalle SA e da quei membri del partito che, per vari motivi, credevano di poter trarre profitto da una diffusione dell’odio antiebraico. La sconcia giudeofobia di Streicher faceva bella mostra di sé sulle pagine di «Der Stürmer», esposte sulle locandine (Stürmer-Kästen) di tutta la Germania. Il tabloid di Streicher raccontava ai tedeschi storie da far rizzare i capelli sulle presunte malvagità ebraiche, come infanticidi rituali e contaminazioni della razza tedesca. Nell’estate del 1935 Stürmer organizzò manifestazioni di massa a Berlino e ad Amburgo, avvertendo i tedeschi creduloni che l’Ebreo non era né uomo né animale ma opera del diavolo, e che la salvezza tedesca dipendeva dalla soluzione della questione ebraica. In un incontro con gli studenti, Streicher fu piuttosto esplicito su cosa si doveva fare agli Ebrei: «Tutte le nostre battaglie», disse loro, «sono vane se non si combatte fino in fondo quella contro gli Ebrei. Non basta cacciare gli Ebrei dalla Germania. No, essi devono essere uccisi [totgeschlagen] in tutto il mondo, così l’umanità si libererà di loro».76 Mentre Streicher si preoccupava della contaminazione del sangue tedesco operata dagli Ebrei, Goebbels si preoccupava in modo ossessivo dell’influenza ebraica sulla cultura tedesca, ed escludeva gli Ebrei dalla Camera degli scrittori del Reich (12 aprile) e dalla Camera della stampa del Reich (24 aprile), impedendo così efficacemente agli Ebrei di guadagnarsi da vivere come scrittori e giornalisti.

Attività e decreti giudeofobici si succedevano senza sosta, ma continuava a mancare un coordinamento globale, perché nessuna istituzione tedesca era stata capace di avocare a sé la direzione esclusiva della campagna antiebraica. Secondo il consueto paradigma del governo nazista, il processo decisionale e attuativo coinvolgeva un numero sorprendente di agenzie e personalità in concorrenza tra loro, rendendo così difficile la risoluzione di questioni complesse. Poiché la questione ebraica costituiva una delle ossessioni principali del regime, la sua risoluzione dipendeva da un chiaro coordinamento di provvedimenti e istituzioni. Nel 1935 questo coordinamento rimaneva ancora assai vago. Vi erano esperti (Referenten) di ebraismo presso i



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